Carissimi AMIKI,
prima di tutto vi comunico tanti saluti dai miei parrocchiani e da tutti gli amici che vi hanno conosciuto attraverso lo scambio reciproco e il grande sostegno che date attraverso i vostri piccoli contributi all’associazione AMIKO. È da molto tempo che non ci sentiamo, ma credo che attraverso le telefonate, qualche scambio di messaggi SMS, sia da parte mia sia da parte vostra, ci manteniamo in contatto. Molto più importante è la comunicazione tramite le preghiere, il pensiero che manteniamo nel cuore, restiamo sempre uniti nella gioia e l’impegno quotidiano di servire il Signore. Il silenzio è stato qualche volta inevitabile perché dipendiamo dalla tecnologia che non è sempre perfetta, proprio come anche noi esseri umani non lo siamo.
La situazione in generale è migliorata tantissimo. Tutto il territorio della Karamoja è più pacifico, anche se ogni tanto si sente d’incursioni e di morti a causa di attacchi a sorpresa lungo le strade, nei villaggi o nei campi. Sembra che l’impegno del governo che sta portando avanti il disarmo dei Karimojong sta raccogliendo frutti, anche se le armi non sono ancora sparite del tutto. Alcuni Karimojong mantengono ancora i fucili di nascosto per paura di essere attaccati anche loro dai vicini, (sia in Uganda sia da fuori, soprattutto dal Sudan e Kenia) e purtroppo ne abusano ogni tanto.
La grande minaccia per noi ora è l’economia che sta peggiorando di giorno in giorno. Il tasso d’inflazione, oscilla tra il 20% al 30% dall’inizio dell’anno, il peggiore dopo quindici anni. Nessuno sembra essere in grado di controllare la situazione. Il governo sta combattendo una battaglia quasi persa cercando di riprendersi dopo tutto lo spreco durante le campagne elettorali dell’anno scorso. Questo crollo dell’economia è aggravata dalla corruzione dei funzionari del governo e alcuni ministri che sono costantemente protetti dal capo di stato. Purtroppo sono le persone povere e deboli nelle strade e nei villaggi remoti come quelli nella nostra zona che stanno soffrendo le conseguenze più gravi. I costi di tutti i prodotti sono esageratamente alti: il carburante ora costa quasi due volte rispetto un anno fa, il costo del trasporto e del cibo è aumentato vertiginosamente. Secondo l’indice di sviluppo umano, circa il 50% di ugandesi vivono ancora con meno di un dollaro il giorno! La maggior parte di questi sono in Karamoja, dove gli sforzi di sviluppo del governo sono stati minimi dal periodo dopo l’indipendenza, tutto a causa dell’instabilità politica dal 1979. Dal momento in cui i Karimojong acquistarono i fucili iniziarono per la popolazione del territorio sofferenze da non dimenticare. Quella assenza di volontà mette ancora a dura prova il paese che sta celebrando cinquanta anni della sua indipendenza. Non ci vuole molto per dimostrare la situazione: bambini che studiano ancora sotto gli alberi, gli ospedali sono senza medici, infermieri e medicine, le strade diventano impraticabili durante le stagioni delle piogge e lo spreco continuo delle risorse pubbliche e cosi via…Si salvi chi può! Stiamo aspettando la nostra unica speranza: le piogge. Anche se causano danno, la gente ha bisogno di quell’acqua per lavorare i loro campi, avere acqua per loro stessi e per il bestiame. Siamo già all’inizio di aprile e non piove ancora. Uno può notare l’ansia nei volti di tutti che si svegliano la mattina volgendo lo sguardo al cielo con la speranza che un giorno Dio manderà quelle gocce fresche che faranno fruttificare la terra. L’anno scorso, molti contadini hanno ottenuto un buon raccolto, ma c’è sempre paura che quest’anno non sia promettente. C’è la fame imminente e poichè il nostro popolo non ha ancora una vera tradizione di conservare cibo a sufficienza per periodi di carestia, potrebbe essere un vero problema se le piogge non vengono subito. Il Programma Alimentare Mondiale (dell’organizzazione mondiale per l’alimentazione) che aiutava soprattutto nelle scuole, ha ridotto le sue operazioni nella zona a causa dell’aumento di peso economico anche su loro. Le persone che soffrono di più sono i bambini nelle scuole che dipendono per le loro porzioni giornaliere di cibo da PAM e gli ammalati nei dispensari, le persone anziane e disabili che non sono in grado di sostenere se stessi. Questo sarà una vera sfida per noi. La Chiesa è sempre considerata dalla gente come punto di riferimento sicuro nel momento del bisogno. Questa realtà si vive quotidianamente quando bussano alle nostre porte per chiedere aiuto per pagare le rate scolastiche dei figli, gli anziani che cercano il cibo, le mamme che non sanno più cosa fare per i loro bambini malati che non possono accedere alle medicine per mancanza di soldi e la lista andrebbe avanti all’infinito.
L’anno scolastico per noi è iniziato con tanto entusiasmo da parte dei bambini che hanno avuto una lunghissima pausa per le vacanze di due mesi. Abbiamo ormai quasi 2500 ragazzi e ragazze. Le primarie da sole hanno un numero totale di più di 2000 studenti e la secondaria ne ha 500. La gioia di vedere tanti giovani impegnati nello studio diventa preoccupazione quando si comincia a chiedersi cosa sarà di loro in una situazione così difficile come quella ugandese. Tante scuole non hanno ancora le necessità di base per creare quell’ambiente adatto per lo studio dei bambini. Nonostante tutto ciò, le nostre scuole, sono risultate le migliori in Karamoja ottenendo risultati ottimi. La Morulem Boys Primary School, che ha ricevuto un sacco di sostegno dall’associazione Amiko negli ultimi anni, è stata la migliore in assoluto di tutte le scuole della Karamoja. Mentre Morulem Girls’ Primary school e la Morulem Girls’ Secondary School sono risultate le migliori di tutte le scuole femminili della Karamoja. Abbiamo un vero motivo per gioire. Come potete vedere, tutti i nostri sforzi nel sostenere queste scuole attraverso le adozioni e i progetti stanno portando grandi risultati. Naturalmente, tra i bei risultati ci sono anche gli adottati. Anche loro esprimono il loro ringraziamento a tutti sono anche molto grati per la grande collaborazione e il sostegno che dura ormai da più di dieci anni. Se in questi anni siamo stati in grado di realizzare ciò che abbiamo raggiunto, allora siamo fiduciosi che la società cambierà in meglio nei prossimi anni.
Per finire, vorrei ringraziare tutti gli amici della parrocchia di Velasca – Vimercate e Burago, San Martino in Greco e Santa Maria Goretti di Milano che mi hanno sempre fatto sentire a casa mia mentre sono con voi. Ringrazio tutti i parroci delle comunità pastorali, dove ho sempre trovato amici e fratelli. Vi ricordo sempre con affetto e non dimentico mai di dire una preghiera per voi, soprattutto per quelli nel dolore di malattia, problemi famigliari e i giovani che intraprendono un cammino sempre avventuroso nella vita. Vi ringrazio in modo particolare per le preghiere per mio fratello Alfred che alla fine di gennaio è stato assalito da ladri mentre tornava a casa sua a Kampala. Ha dovuto subire un intervento al cervello e si sta riprendendo bene. Ci ricorderemo sempre a vicenda nella preghiera. E finalmente, vi auguro tutti una Buona Pasqua, e che il Signore risorgerà nei nostri cuori risani tutti i dolori e difficoltà che siamo costretti a subire ogni giorno della nostra vita.

BUONA PASQUA!
Padre Joseph

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