Un nuovo scontro tribale ha insanguinato negli ultimi giorni il nord dell’Uganda: nel distretto di Nebbi, vicino al confine con la DR Congo, ripetuti attacchi degli Alur contro i Lendu hanno provocato almeno 13 morti, anche se il numero delle vittime è destinato a crescere. Gli Alur hanno incendiato sei villaggi, distruggendo più di mille case e causando la fuga di circa tremila civili.
Anche se la situazione sembra essere tornata alla normalità, il capo della polizia locale Geoffrey Erach ha lanciato un appello al governo di Kampala, affinché rafforzi la sicurezza della zona.
I conflitti etnici che insanguinano il vicino Ituri rischiano infatti di coinvolgere anche le regioni ugandesi confinanti con la DR Congo.
Il governo ugandese e l’ACNUR (Alto Commissariato ONU per i Rifugiati) si sono già attivati per fornire una prima assistenza agli sfollati, ma la situazione è aggravata dal fatto che nella zona non esistono campi profughi attrezzati.
Più in generale, le condizioni di vita nel nord del paese peggiorano sempre più: a causa del persistente conflitto tra i ribelli del LRA e le truppe governative è molto difficile fornire assistenza ed inviare aiuti alla popolazione locale, malnutrita e vulnerabile alle malattie.
Proprio per far fronte alla disastrosa situazione umanitaria nella zona, l’Unione Europea ha stanziato 10 milioni di euro, che serviranno per l’acquisto di generi alimentari, acqua, medicinali e forniture agricole. L’UE per bocca del suo portavoce Sigurd Illing si è anche detta disposta a fare da mediatrice nei colloqui di pace tra governo e ribelli del LRA.